chessCome avrai notato il primo post per chi legge il blog Insegna Meglio si conclude con una frase, tratta dal film il Discorso del Re, ( the king’s speech).

My Castle, My Rules!

La frase che nel film é pronunciata non dal Re, bensì dal terapeuta del linguaggio Lionel, sta proprio a significare:

Mio é il castello ( in cui ti trovi) ,
Mie sono le regole ( a cui DEVI stare!).

Ma per farti capire meglio il significato di questa frase voglio raccontarti una storia realmente accaduta a me in una delle mie prime lezioni.

Prima di partire con la storia però, vorrei fare una premessa, perché so che la prima cosa che ti verrà in mente alla fine di questa storia sarà:

“Eh ma… Michele, guarda che i miei studenti sono diversi! “

Ecco, prima che ti venga in mente questo tengo a precisare che tutte, e dico TUTTE, le strategie che troverai sul Blog Insegna Meglio, non sono semplicemente state testate su classi nella media, bensì le ho applicate io personalmente in svariate classi dove lo studente tipo corrisponde a questa caratteristica:

– crisi di isteria in caso di ritiro del cellulare / o della trousse di trucchi ( si le mie studenti si truccano in classe, altrimenti : ” Sa prof a che ora mi devo alzare la mattina io?” )
– 3/4 ore di sonno alle spalle se non ZERO
– dipendenza ossessivo compulsiva dal cibo delle macchinette o dal pacco di patatine scrocchianti di 500g
– emorroidi e problemi di schiena per cui stare seduto più di 15 minuti “é sofferenza pura prof!”
– problemi e domande a cui é necessario rispondere nel più breve tempo possibile altrimenti potrebbero non sapere più che fare della loro vita
– astinenza da qualsiasi cosa bruci e si inserisca tra le labbra
– per non parlare della capacità innata, se non addirittura Allenata per interrompere un discorso proprio nel momento più importante è nevralgico

Ecco le prima che tu dica che i tuoi studenti sono diversi vorrei fermarti e dirti che

Non é vero, i tuoi studenti non sono diversi, anche i miei e quelli di tutti gli altri sono così, e per quanto tu ti sforzi di raccontare una situazione terribile vorrei dirti che io stesso e tanti altri prof ne abbiamo viste di simili se non peggio.

E… no, non ho esagerato con la descrizione.

Fatta questa dovuta precisazione comincio a raccontarti:

Dopo una prima ora di lezione splendida, rientro in un aula il secondo giorno di scuola e noto subito che c’è qualcosa di diverso, gli stessi studenti che il giorno del prima erano così interessati a chi ero e cosa facevo nella vita, oggi che si partiva con il programma di matematica avevano ripreso molto probabilmente il loro atteggiamento standard.

Banchi completamente coperti da zaini, borse e borsette, cellulari in bella vista solo a volte in modalità silenziosa, briciole e banchetti degni di un aperitivo in zona centro, e l’immancabile cassa portable ( portatile per così dire) che espone più decibel del mio impianto con subwoofer.

Con l’esperienza ho poi capito che molte classi accolgono così il loro nuovo prof anche il primo giorno ed il loro gesto del giorno precedente era stata una gentilezza da parte loro.

Quel giorno più che altri imparai tante lezioni, ma la prima e la più importante derivò da questo botta e risposta che avvenne subito dopo il saluto ed un veloce appello.

-Gianluca, cortesemente toglieresti il cappello?
-No
-Gianluca, credo che il tuo cappello non debba essere messo in classe e non sia adeguato allo svolgere della lezioni, per cui ti chiedo per la seconda volta, cortesemente, di toglierlo.
-Tutti gli altri professori mi permettono di tenere il cappello, non vedo perché con lei si debba fare diverso.

Michele 0 -Gianluca 1

A questo punto voi che rispondereste? Screditereste tutti gli altri professori e di conseguenza voi stessi in quanto prof? Verreste meno a questa richiesta facendovi mettere i piedi in testa già dal secondo giorno? Terreste fede alla vostra decisione con il rischio di diventare lo stronzo?

Quel giorno imparai una lezione importante, imparai che molto spesso gli errori di altri si ripercuotono indirettamente anche sul tuo lavoro, ho capito anche che il mio buon lavoro avrebbe giovato il lavoro dei miei colleghi, senza certo averne i ringraziamenti.
Ho imparato che chiedere ad uno studente una cosa che a te sembra del tutto normale ti puó far diventare uno stronzo!

Per cui fui, Merli … Lo stronzo!

Ma da quella lezione nessun cappello fu più visto.

Michele 2 – Gianluca 1

Mio è il Castello , mie le Regole!

 

Michele Merli